Onore a Google Maps

Google può anche passare alla creazione di telefoni di fascia alta, occhiali con fotocamera e gps da 1500 dollari, domotica del futuro e chissà quant’altro… ma la cosa che sempre le riuscirà meglio, a mio avviso, sono le mappe: dettagliate, gratuite, aggiornate.

In effetti, escludendo il suo motore di ricerca che ormai è irrinunciabile per chiunque (e ripenso a Netscape con una lacrimuccia), il settore in cui Mountain View ha accumulato più esperienza è quello della mappatura terrestre, e lo dimostra il fatto che anche il suo più recente aggiornamento per iOS, Google Maps 3.0.0, lascia nella polvere la concorrenza. In particolare questa versione aggiunge due o tre cose incredibilmente sfiziose, vale a dire il salvataggio offline dei percorsi, la ricerca vocale, la condivisione delle posizioni.

La prima feature è senza dubbio la più importante, al punto che finalmente ho deciso di fare il grande passo: cancellare dal mio telefono l’applicazione TomTom. Mi dispiace ma, a discapito dei miglioramenti, TomTom ancora oggi non mi convince fino in fondo. La versione che possiedo (Europa Occidentale) continua a non avere tutte le strade aggiornate, occupa troppa memoria (parliamo di qualcosa come 1,8 Gb) e graficamente non mi soddisfa. Al massimo mi mancheranno la sua voce sexy e le svariate decine di Euro che ho lasciato nell’App Store per acquistarla.

Il mio consiglio, tuttavia – per la consultazione su strada – è di non limitarsi a Google Maps.

Da un punto di vista grafico e sonoro le Mappe di Apple restano imbattibili (sul serio, la loro eleganza fa paura) e ciò implica anche che sia più piacevole utilizzarle nella maggior parte dei casi. Resta il problema dell’affidabilità dei percorsi: in questo caso Google non teme davvero rivali, perché mi è capitato più di una volta che, confrontando i percorsi, Apple sfigurasse abbastanza. In realtà, quando devo cercare un semplice indirizzo (una via, una strada, una piazza), i due sistemi non differiscono granché, ma Google vince se la ricerca verte su un’attività, un negozio, una struttura, in virtù del suo immenso database commerciale.

Le Mappe di Apple, in definitiva, sono (molto) più belle e più comode da usare – soprattutto in combo con Siri – ma per tutti gli altri utilizzi la app di Google resta irrinunciabile. Alla faccia di TomTom ed ai suoi prezzi esorbitanti.

Google-Maps-vs-Apple-Maps

Google Now… and now?

Durante la giornata di ieri, lunedì 29 Aprile, è stato finalmente pubblicato sull’AppStore di iOS l’atteso aggiornamento a Google che comprende la maggior parte delle funzionalità Google Now rese da tempo famose dal sistema operativo Android. L’aggiornamento, per la verità, è entrato nel circuito un po’ in sordina, senza squilli di trombe, ma ciò non ha impedito a tutte le testate online di parlarne profusamente, perlopiù elogiandone le virtù.

Proprio perché ormai l’avranno provato tutti, e molti ne avranno anche letto la recensione, non mi dilungherò in descrizioni o -peggio ancora- valutazioni approfondite della app, ma lasciatemi fare soltanto una veloce considerazione: è mai possibile che solo io la reputi assolutamente inutile? Google Now per iOS, ai miei occhi, è poco più di una Panda con il motore di una Maserati: dispone dei più potenti server del mondo (e lo dimostra la reattività impressionante della dettatura vocale e del responso ai comandi), ma non permette altro che fare qualche normalissima ricerca di informazioni in rete. Siri, di contro, data l’ampia gamma di funzionalità di cui dispone nonostante l’estrema lentezza ed i problemi di comprensione in fase di dettatura vocale, appare come una Maserati con il motore di una Panda, ovvero i peggiori server che si siano mai visti. Eppure, nonostante le sue pecche, Siri è l’unico servizio contemporaneo che trovo davvero utile: mentre guido posso inviare sms senza toccare lo schermo del telefono (personalmente impartisco i comandi tramite l’eccezionale auricolare della Jawbone), posso farmi leggere tutti i messaggi, twittare, aggiungere promemoria (cosa davvero eccellente), e naturalmente posso anche chiamare le persone registrate in rubrica. Ecco, per me queste sono cose che semplificano la vita e mi danno più sicurezza alla guida. Vorrei invece capire l’utilità, tramite ricerca vocale, di scoprire il nome del polipo visto il giorno prima su Discovery Channel, o la ricetta della torta alla ricotta. Sono cose che in genere serve sapere mentre si è alla guida? Sono cose utili mentre si è in qualsiasi tipo di viaggio? Io non credo proprio, eppure i comandi vocali dovrebbero aiutarci soprattutto in questi casi.

E’ un po’ lo stesso dubbio che mi assilla pensando ai Google Glass: davvero un giorno tutti noi parleremo a voce alta ai nostri occhiali per avere informazioni meteo o indicazioni stradali? Davvero? Ma non abbiamo già sghignazzato a sufficienza osservando gli uomini d’affari che parlano apparentemente da soli passeggiando per strada muniti di auricolari invisibili?

A mio avviso, le tecnologie legate ai comandi vocali sono funzionali ai nostri momenti più intimi: il viaggiatore in auto che ha bisogno di segnarsi l’appuntamento delle sei, la massaia che sta tagliando la cipolla ma che non ricorda più quanti grammi di farina deve aggiungere, il ragazzo che vuole ascoltare una determinata canzone dell’iPod ma non ricorda esattamente dov’è finita nella sua sterminata libreria musicale. Google Now, quanto meno nella sua incarnazione iOS, vuoi per colpa di Google vuoi per colpa delle restrizioni di Apple, risolve ben pochi di questi problemi. E quindi? E quindi niente. Siri, aggiungi in promemoria “Cancellare Google Now“.

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